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Maestri e allievi dell'Accademia in mostra al Lyceum Club Internazionale

on Wednesday, 08 February 2017 15:14

In esposizione fino al 3 aprile al Palazzo Giugni Fraschetti, via Alfani 48

L'Accademia di Belle Arti di Firenze torna a esporre negli spazi dello storico palazzo Giugni-Fraschetti di via Alfani 48, sede del Lyceum Club internazionale, con la quarta edizione di "Maestri e Allievi dell'Accademia di Belle Arti di Firenze".

La mostra, curata dagli storici dell'Arte Carlo Falciani, Cristina Frulli ed Elisa Acanfora, presidente della sezione Arte del Lyceum Club Internazionale di Firenze, è il risultato di una proficua collaborazione tra l'Accademia e l'associazione artistica che ha già visto esposte nelle sue stanze in tre cicli diversi le opere di alcuni studenti delle Scuole di Grafica d'arte (4 febbraio 2016), Scultura (12 aprile 2016) e Pittura (26 settembre 2016). Ora gli spazi del Lyceum accolgono le opere di Luca Ceccherini, Vitali Fedotov, Francesco Pirazzi, Cecilia Cirillo, Angela D'Ospina, Giuseppe Fontana e Ignazio Giordano, studenti dei corsi Pittura dei professori Adriano Bimbi, Umberto Bisi e Carlo Pizzichini.

Filo conduttore dell'esposizione l'interpretazione e rappresentazione del paesaggio.

"Il colloquio con la natura, indagata in varie linee - spiegano i curatori - elude spesso la presenza immediata dell'uomo per privilegiare una percezione di ascolto del dato sensibile, quasi a cogliere con la stesura grafica, con l'intensità luministica e gli impasti lisci o aggrumati del colore, i ritmi assorti del paesaggio, molteplici, non scontati né rassicuranti, percepibili solo tramite una partecipazione attenta e silente che diviene, di fondo, la nota visiva di una intima e sincera ricerca di sé. Altri risvolti di questa prima formazione accademica sono affidati a supporti più piccoli e fragili come sono i fogli di carta per appunti e piccole tele per bozzetti che divengono teatro dell'incontro con frammenti di un passato grande e potente di memoria e di valori graffiati dal tempo, oppure di uno spazio infinito che viene compresso col colore e con tagli prospettici arditi, ma anche di impasti grondanti rappresi nel segno della mano che traduce impressioni. In altre prove, la cupezza del paesaggio notturno viene elaborata con ampie campiture d'ombra dove il colore si infrange e affonda in un abisso senza ritorno, oppure è affidata al nero della grafite che assorbe la luce e restituisce il silenzio di un paesaggio ancora una volta privo di abitanti. Altrove, sono semmai i tronchi a diventare protagonisti, ad umanizzarsi attraverso la mappatura dei segni di una corteccia che si fa pelle. Proprio l'assenza di un incontro immediato fra l'uomo e il paesaggio diventa quindi il carattere che lega le varie prove qui esposte, quasi ad indicare un dialogo che attende ancora una possibile rivisitazione affinché, non più da spettatori, si possano percorrere spazi che oggi sembrano a noi preclusi. Questa esposizione di paesaggi si inserisce con deciso contrasto nel sapore domestico delle sale del Lyceum, dove la bellissima galleria affrescata da Alessandro Gherardini illustra il legame umanistico fra i generi del ritratto e della natura morta, e affaccia sul giardino interno, segnato da spalliere di alloro, e siepi tagliate di mirto, che richiamano l'intellettuale e artificiata eleganza rinascimentale che segnava un rapporto diverso fra uomo e natura"

Sarà possibile visitare la mostra fino al 3 aprile in concomitanza con i numerosi eventi del Lyceum.

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