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GUSTAVO GIULIETTI – OPERE

on Giovedì, 25 Giugno 2015 16:13

Fino a lunedì 20 luglio – Ex Chiesa della Compagnia - Civitella in Val di Chiana (Arezzo) – mostra dedicata all'artista ed ex Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze – a cura di Dino Tiezzi.

Avrà luogo fino al 20 luglio a Civitella in Val di Chiana, nella ex Chiesa della Compagnia, la mostra organizzata in omaggio Gustavo Giulietti nell'ambito della XX edizione della Biennale di Scultura "(S)oggettivamente. Arte Moderna per un paese antico" che il Comune ambienta nelle strade del suggestivo paese medievale.

Gustavo Giulietti (1935-2003) viene presentato oggi come una delle più significative e complesse figure di intellettuale ed artista della cultura italiana della seconda metà del Novecento.

Nel 2005, a due anni dalla scomparsa, la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti gli ha dedicato una mostra antologica accompagnata da un ricco catalogo nel quale Giovanna Uzzani ha ricostruito criticamente tutto il suo lavoro, inserendolo nello svolgersi di eventi culturali dei quali Giulietti è stato talvolta protagonista e sempre partecipe.


Approdato in Toscana, Gustavo Giulietti si forma all'Istituto d'Arte di Lucca dove apprende l'amore per la perfezione delle tecniche e la politezza del linguaggio dai maestri decoratori delle ville della lucchesia. Si iscrive poi all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove diviene docente e terrà per tutta la vita la prima Cattedra di Pittura e sarà Direttore negli ultimi anni.

Il suo percorso sarà quello di un attento e colto militante del mondo contemporaneo ed di un uomo ispirato a forti valori di impegno morale e di instancabile lavoro. Lavoro regolato da una straordinaria conoscenza delle tecniche artistiche dall'affresco agli acrilici, dalla scultura alla grafica in tutte le sue espressioni, e da manualità raffinatissima, con risultati di levigatissima fattura, all'interno del quale è possibile tracciare un percorso scandito da tre diverse fasi, percorse tuttavia da caratteri di stile univoci.

Per lungo tempo, dopo il 1968 sarà direttore delle storiche edizioni artistiche de "Il Bisonte", trasformandole in fucina di sperimentazioni e di incontri dove lavorerà a fianco di artisti come Heny Moore, Alexander Calder, Graham Sutherland, Lynn Chadwich, Lipchiz.

All'inizio degli anni Sessanta produce con successo, con dignità intellettuale e in tempi non sospetti. di conformismo à la mode, un gruppo di opere di chiara ascendenza Informale del quale sarà fra i più importanti rappresentanti a Firenze insieme ad Alberto Moretti.

Al periodo successo è da ascrivere l'affermarsi del momento riflessivo e contemplativo del lavoro di creazione, con opere di inclinazione più intellettuale e fredda da rapportarsi al clima della Pop Art, di "realismo pubblicitario".

Di questo secondo periodo, particolarmente valutato dalla critica più recente, la mostra presenta alcune opere che scorrono dalla giovanile ironia di "Drink a pint of beer a day", del 1968, realizzata subito dopo il rientro dalla Gran Bretagna, ai lavori impegnati sul conflitto sociale come i dipinti dedicati alla vicenda di Giuseppe Pinelli a ed ai tormentati sospetti sulla sua morte.


Chiudono questa fase alcuni esemplari di una splendida serie di ventisei disegni commissionati nel 1974 dalla galleria Michelucci, in cui l'impegno formale prende quasi il sopravvento sui contenuti.

Vengono esposti quattro disegni eseguiti essenzialmente a matita con tecnica invidiabile e ormai obsoleta, insieme all'Autoritratto del 1978, nel quale non può non sfuggire la ricercata assonanza con lo scorcio del Cristo morto di Andrea Mantegna che percorre con lucidità spregiudicata.


Intorno al 1979 Giulietti entra nel suo periodo di maggior espressione personale, durante il quale la sperimentazione linguistica prende il sopravvento sull'urgenza narrativa, e le immagini nascono da una sintesi di momenti operativi diversi e staccati.

Nasce lentamente il periodo cosiddetto delle Carte, che segna l'allontanamento dalla figurazione attraverso un viaggio al proprio interno; vengono esposte alcune opere realizzate nel decennio 1985 – 1995 cariche di luci livide o incandescenti, di forme dinamiche o sospese e fluttuanti , definite dall'artista surrealismo moderno. Sulla scorta di certi titoli si direbbe che alla base ci sia un rifiuto della distruzione, della dissolvenza dell'essere e della propria identità. A corroborare tale ipotesi ci sono il dipinto e la scultura (esposta) entrambi intitolati "La grande madre" che palesemente rimanda a uno degli archetipi fondamentali della psiche, associata sia alla terra che alla luna, protettrice astrale dell'artista.

Si tratta di un equilibrio raggiunto – nella sfida fra la casualità e la conquista della forma – per il tramite della tecnica.

L'esposizione è curata da Dino Tiezzi; l'allestimento da Giancarlo Lombardi.

Durante la mostra, aperta fino al 20 luglio, si svolgeranno alcuni eventi a cura di Loretta Dolcini: domenica 28 giugno un concerto di chitarra classica di Elisa Villa per celebrare quello che sarebbe stato l'ottantesimo anno dell'artista; sabato 11 e domenica 12 luglio l'esposizione di alcuni headpieces, fra moda e scultura, della giovane e promettente Eleonora Bruno. In chiusura della mostra, sabato 18 luglio, una proposta sperimentale, con un lavoro di analisi introspettiva delle opere da parte del pubblico, guidato da Marco Magni, psicologo del gruppo Esplorando Arte e istruttore di Mindfullness.


GUSTAVO GIULIETTI - OPERE
Ex Chiesa della Compagnia
Civitella in Val di Chiana (Arezzo)
Fino a lunedì 20 luglio – Orari: domenica sempre aperto
Martedì, giovedì e sabato solo pomeriggio
Lunedì, mercoledì e venerdì su appuntamento (tel.0575448006)
Info www.gustavogiulietti.it 

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