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Docenti e studenti a Pescara per "Avviso di Garanzia"

on Thursday, 21 July 2016 12:40

La mostra è nell'ambito di "Fuori Uso 2016" dal 22 luglio al 3 settembre all'ex Tribunale

L'Accademia di Belle Arti di Firenze partecipa all'edizione 2016 di "Fuori Uso" con i docenti e artisti Paolo Parisi e il duo Pantani-Surace; gli studenti Matteo Coluccia, Stefano Giuri, Lori Lako, Irene Lupi e con la collaborazione della docente Cecilia Guida e del curatore, critico d'arte e professore Pier Luigi Tazzi.

La mostra "Avviso di Garanzia" è organizzata dall'Associazione Culturale "Arte Nova" di Pescara ed è parte integrante di "Fuori Uso", manifestazione di arte contemporanea nata nel 1990 nel capoluogo abruzzese, che torna dopo quattro anni di assenza con una novità: esporre opere di studenti e docenti delle Accademie di Belle Arti italiane. Ottanta le opere esposte nei locali dell'ex Tribunale dal 22 luglio al 3 settembre.

Negli anni "Fuori Uso" ha coinvolto artisti del calibro di Michelangelo Pistoletto, Getulio Alviani, Ettore Spalletti, Mario Airò, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft, Enzo Cucchi, Mario Schifano, Mimmo Paladino, critici e curatori come Achille Bonito Oliva, Luca Beatrice, Nicolas Bourriaud e Giacinto Di Pietrantonio. Quest'ultimo curerà anche l'edizione 2016 insieme a Simone Ciglia e con la collaborazione di un gruppo di lavoro formato da Laura Barone, Giorgio D'Orazio, Marco Leonzio, Danilo Tracanna, Anja Verrigni, Cesare Volpe e Antonio Zappone.

«Ho pensato di proporre un’esposizione - spiega il critico e curatore di Fuori Uso Giacinto Di Pietrantonio, docente a Brera e direttore della Gamec di Bergamo - che guardi al futuro in maniera costruttiva, mettendo al centro della riflessione e della mostra il rapporto generazionale tra maestro e allievo. Il progetto contempla l'invito rivolto ad artisti-docenti di chiara fama, che insegnano in prestigiose accademie di belle arti italiane, per segnalare alcuni giovani allievi da esporre insieme a loro in questa mostra».

Tristemente famoso in Italia come atto accusatorio e indagatorio, l’avviso di garanzia viene qui ribaltato nella sua accezione giudiziaria per farsi attestazione di qualità: la garanzia diventa quella fornita da un maestro ai propri allievi. «Nel caso di “AVVISO di GARANZIA” - afferma Simone Ciglia, co-curatore di Fuori Uso - la riflessione sulle nuove generazioni assume una connotazione diversa: non si tratta più di mostre dedicate, separate da quelle degli artisti cosiddetti “maggiori”; al centro dell’attenzione in questa occasione è piuttosto il rapporto fra maestro e allievo». La mostra intende guardare al futuro in maniera costruttiva. L’allestimento non prevede, tuttavia, che il professore esponga necessariamente nella stessa sala degli studenti indicati, perché l’intenzione è quella di mettere in dialogo tutti i partecipanti. Nel catalogo è invece previsto un confronto tra il docente e gli studenti tramite una conversazione cui prenderà parte anche un critico, anch’egli attivo come insegnante nella stessa accademia.

L'iniziativa è patrocinata dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Pescara, che ha concesso in uso gli spazi dell'ex Tribunale di Piazza Alessandrini, con il sostegno e il contributo della Fondazione Pescarabruzzo e della Camera di Commercio di Pescara. Oltre alla sede espositiva all'ex Tribunale, Fuori Uso 2016 avrà a disposizione una sede operativa nel nuovo spazio dell'Associazione Culturale "Arte Nova", nonché nuova sede della Galleria Cesare Manzo, in via Galilei a Pescara.

Di seguito alcune foto delle opere in mostra per "Avviso di Garanzia".

Da sinistra:

Voglio essere democratico di Matteo Coluccia

Performance, cubo di ferro: 10x10 cm, Lastra di ferro: 70x40x2 cm, mazzetta.

La performance consiste nella ripetizione ossessiva di un gesto: cioè ten- tare di far passare un cubo di ferro attraverso una forma triangolare intagliata su una lastra anch’essa in ferro. Il gesto tenta di essere metafora dell’incessante condizione conflittuale a cui è sottoposto l’individuo moderno: conteso tra un costante desiderio di uguaglianza che lo condanna a scomparire nella massa, omologandolo e rendendolo individualmente debole e il continuo bisogno di autoaffermazione e di benessere che lo rinchiude in una sorta di solitudine senza uscita. Il deterioramento degli oggetti e del mio corpo rappresentano il logorio dell’individuo.

Diffusa Formazione di Irene Lupi (2 foto)

video 6’28’’, loop, sound originale

I processi dettati dall’uomo, vengono sovvertiti dalla natura. Il soggetto del video è un pannello a messaggio variabile, che serve per la gestione del traffico e che recita: ”Diffusa formazione di ghiaccio fare attenzione”. In questo caso però il vento forte e ghiacciato, interferisce con la tecnologia led, creando uno spostamento semantico; il cartello in quanto tale diviene illeggibile, quindi perde la sua funzione prioritaria per riprendere una nuova lettura, con input dati dai giochi dei led. Le immagini sono accompagnate da un sound realizzato in post produzione e in collaborazione con un musicista, per aumentare l’estraneità.

 w-here di Lori Lako

installazione site specific/ site specific installation

300 x 300 cm

[sen-ti-mén-to] Emotività, sfera dei moti dell’animo, contrapposta a tutto ciò che è razionale. Questa è una delle tante spiegazione date al sentimento nel dizionario che sfogliavo. L'azione consiste nel tentativo di far diventare tangibili i sentimenti rachiudendoli in due assi, eludendo il loro carattere irrazionale. Il loro posizionamento nel sistema di matematica della coordinate (x;y) non può essere che altamente soggettivo, al di là del mio tentativo.

"Nomi dei colori classici (Sinfonia)di Paolo Parisi (2 foto)

stampa off-set su carta 40 gr/m2, edizione di 500; lastre in acciaio smaltato, 34 elementi, cm 15 x 21 x 130 (h) ciascuna. Photo courtesy l’autore e Galleria Astuni, Bologna

 

L’opera (monocromi di variazioni di verdi, sorretti da aste collocate nell’orto botanico di Parma, che poi diventavano leggii di fronte a cui i musicisti eseguivano brani ispirati alla natura) parte dal campionario RAL, il primo tentativo europeo (della Repubblica di Weimar, nel 1927) di rendere “comunicabile il colore” (per l’industria, e quindi per il nuovo sogno di sviluppo del mondo) attraverso dei codici numerici. Quindi, oltre al rapporto con il paesaggio, con questo lavoro, come con altri, riflettevo sui mezzi che abbiamo a disposizione per comunicare tra di noi. Questa condanna (la comunicazione) può avere anche degli squarci di libertà. Ciascuna lastra, in una versione successiva dell’opera, è diventata uno spartito per altrettanti musicisti chiamati a suonare un brano scelto da ciascuno a partire da ciò che vedevano in quei colori: percettivamente o culturalmente (ciò che il colore li portava a ricordare, ovvero Bach, Mozart, ecc.). Tutti insieme hanno eseguito la sinfonia della natura.

 

(da: Lorenzo Bruni, "Punto di vista fisico", intervista a Paolo Parisi, in “Flash Art” 279 | dicembre 2009 – gennaio 2010. © 2010 Gli autori e Flash Art, Giancarlo Politi Editore.

Who's next, dovrebbe piovere su di voi non su di me di Pantani-Surace

Impronte sul retro del vetro, successivamente argentato.

3/5 elementi, cm50x50 (ognuno).

polpastrelli, bocche, graffi indelebili ostinati …

immagini riflesse costrette a convivere con tante piccole storie.

Sui vetri abitano impronte stratificate nel tempo, incubo delle casalinghe che le rimuovono con attenta premura riportando la superfice alla sua originaria trasparenza. Attraverso un trattamento di manuale specchiatura con argento, rame e successiva vernice protettiva, le impronte vengono intrappolate nel retro del vetro trasformato così in specchio che le restituisce visibili nella loro delicata presenza. La superfice dello specchio diventa non pulibile, e le vecchie impronte si confondono con le nuove non condividendo con esse la precarietà che le caratterizza.

Repository di Stefano Giuri

installazione 36 scatole di cartone,

  Temporary  Monument, Srisa Project Space,

Il focus principale dell’opera si trova nella sua camera che è stata completamente svuotata. Per Repository libri, oggetti, immagini che nutrono la memoria (e che alimentano il dibattito interiore su di essa) sono stati eliminati per mettere in discussione le convinzioni mor- ali e intellettuali sull’identità e sull’appartenenza.

 

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