Corso: Genesi e sviluppi della pittura a Firenze in età rinascimentale
L’eredità figurativa di Giotto e le sue indagini sulla realtà miranti alla ricerca di pitture ambientate in spazi abitativi credibili costituirono le fonti d’ispirazione primarie per gran parte degli artisti fiorentini fino all’inizio del Quattrocento, tempo segnato da nuove ricerche scientifiche condotte da Filippo Brunelleschi, finalizzate a studi razionali sulle regole prospettiche. Insieme alle indagini sulla definizione corretta dello spazio prendono campo, nello stesso periodo, interessi filosofico-letterari improntati sullo studio della cultura antica, stimolati, in gran parte, dalla presenza nel capoluogo toscano del grecista Emanuele Crisolora, giunto da Costantinopoli alla fine del Trecento. Riflessi delle nuove linee di pensiero già palesabili nelle opere mature di Masolino si evidenziano in modo marcato in campo pittorico nell’operato di Masaccio, figura di punta delle nuove correnti artistiche “rinascimentali”, orientate, soprattutto, verso un rinnovamento stilistico e concettuale radicale indirizzato al superamento degli ormai fiacchi stilemi tardo-gotici. Figure reali ambientate in spazi credibili, punto di forza in gran parte delle composizioni di Masaccio, divengono oggetto di studio dei più importanti pittori toscani della metà del secolo, tra i quali appare sufficiente menzionare i nomi di Filippo Lippi, Beato Angelico, Piero della Francesca e Domenico Ghirlandaio, artisti indirizzati, in modi diversi, verso raffigurazioni sacre, dove l’elemento divino, secondo una nuova accezione interpretativa, si intercala con naturalezza nella realtà umana. L’età aurea del Rinascimento fiorentino legata alla figura di Lorenzo il Magnifico fu segnata, oltre che dal fiorire dell’Accademia neoplatonica a Careggi e dai più fini filosofi umanisti italiani del tempo, dalla presenza di pittori geniali dotati di grandi capacità artistiche, tra i quali primeggia incontrastata la figura di Sandro Botticelli, autore di fascinose favole idilliche e allegoriche ricche di sottesi significati morali, spesso di impronta teosofica. Insieme al Botticelli prendono campo, oltre la metà del Quattrocento, le personalità di Leonardo da Vinci, attratto oltre che dalla pittura dagli studi scientifici, anatomici e dall’ingegneria, e Pietro Perugino, maestro di Raffaello, autore di pitture sacre intrise di languido lirismo interpretativo. In seguito alla morte del Magnifico, avvenuta nel 1492, Firenze fu segnata dalla presenza del predicatore domenicano Girolamo Savonarola, che, fino agli ultimissimi anni del secolo, aggiogò il capoluogo toscano con ferrea e severa determinazione religiosa. Riflessi degli ideali etici savonaroliani, votati essenzialmente alla rinuncia alle vanità e al ritorno ad una sacralità austera, ricorrono in modo marcato nella produzione tarda del Botticelli e in quella di maestri come Filippino Lippi e Piero di Cosimo, artisti di punta già attivi in età laurenziana.
TIPOLOGIA DELLA DIDATTICA:
Lezioni teoriche
MODALITA' DELLA DIDATTICA/ORGANIZZAZIONE DEL CORSO:
Quattro ore di lezioni settimanali nel I semestre
MODALITA' DI ACCERTAMENTO FINALE: