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Il fare e il conoscere. Pittura contemporanea tra figurazione e astrazione

on Thursday, 02 May 2024 11:32

Incontro con il prof. Giacomo Biagi, giovedì 20, ore 9, Sala Ghiberti.  >>  AULA 29

incontro biagi web

Al via Il fare e il conoscere. Pittura contemporanea tra figurazione e astrazione, ciclo di incontri a cura del docente Valdi Spagnulo, pensato per espandere i confini del linguaggio pittorico. Nel corso dell’anno il ciclo di incontri si avvarrà del contributo di artisti e curatori. Gli appuntamenti sono aperti a tutti gli interessati. 

Primo appuntamento giovedì 9 maggio con l’artista Alessandro Papetti. L'incontro, dal titolo Pittura, superficie, struttura, forma, segno, tensione, gesto, si terrà alle ore 10 in Sala Ghiberti. >> AULA 29

Alessandro Papetti è nato a Milano nel 1958, dove vive e lavora. Ha esposto i suoi lavori in importanti fiere dell'arte internazionali e collaborato con numerose gallerie in Italia e all'estero. Dal 1995 al 2000 lavora tra Milano e Parigi. Tra le sue mostre in spazi pubblici e museali ricordiamo: sul tema dell'archeologia industriale la mostra presso i Musei Civici di Villa Manzoni di Lecco nel 1996. Nello stesso anno, la forza dell’immagine, “La pittura del realismo in Europa” , tenutasi al Martin-Gropius Bau di Berlino così come la mostra “Sui Generis” al PAC di Milano, curata da Alessandro Riva. Tra il 2003 e il 2004 viene invitato a partecipare a numerose rassegne museali come la mostra dedicata a Testori a Palazzo Reale di Milano e la mostra “La ricerca dell’identità” curata da Vittorio Sgarbi ed esposta in diversi spazi pubblici in Italia. Nel 2005 la Fondazione Mudima gli dedica una prima retrospettiva dal titolo “Il disagio della pittura”. Nel 2007 nel Musée des Années 30 di Parigi, in una mostra dal titolo “Île Seguin”, espone una serie di dipinti dedicati agli ex stabilimenti della Renault. Sempre nel 2007 Vittorio Sgarbi lo invita a partecipare alla mostra di Palazzo Reale di Milano “Arte Italiana, 1968-2007”. A settembre 2009, Palazzo Reale di Milano ospita la sua personale “Il ciclo del tempo” curata da Achille Bonito Oliva. Nel 2010, l’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo ospita la prima personale dell’artista in Giappone, dal titolo “Spazi dinamici”. Nello stesso anno, Villa Manin di Codroipo realizza la personale “Occhi e lune” a cura di Marco Goldin, in concomitanza con la retrospettiva
dedicata a Edvard Munch. Nel 2011 espone al Padiglione Italia della Biennale d’Arte di Venezia “L’arte non è cosa nostra” a cura di Vittorio Sgarbi e al Padiglione della Repubblica di Cuba. Del 2012 è la personale al Museo dell’Architettura di Mosca “Le fabbriche dell’utopia”. Nel 2014 Luca Beatrice cura la mostra a Palazzo Penna di Perugia “La pelle attraverso”. A novembre del 2015 presenta il risultato di una nuova ricerca pittorica a Roma presso l’Istituto Centrale per la Grafica di Palazzo Poli, dal titolo “Io abito qui”. In catalogo i testi di massimo Recalcati, Pia Capelli e Fabio Fiorani. Nel 2016 viene girato per Sky Arte un documentario sulla sua attività. Nel 2017 espone al museo Marca la personale “Paesagginterni”, a cura di Marco Bazzini.
In occasione di Miart 2018, le Gallerie d’Italia presentano a Milano un’anteprima dell’installazione pittorica “Paesaggiointerno”, conservata nella collezione di Intesa Sanpaolo. Nel 2021 partecipa alla mostra “Quirinale Contemporaneo” a Roma, a cura di Renata Mazzantini e il suo dipinto entra a far parte della collezione permanente del Quirinale.

Giovedì 30 maggio (ore 9, Sala Ghiberti), secondo appuntamento con il prof. Kevin McManus che parlerà di L'opera e la figura di G.Bertini e la Mec - Art.

Kevin McManus è Ricercatore Senior di Storia dell'Arte Contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Tra i suoi interessi di ricerca l’astrattismo italiano post-1945, il rapporto tra arte contemporanea e nuovi media, e l’attività degli artisti italiani negli Stati Uniti.

Gianni Bertini (1922-2010) è stato uno dei protagonisti dell’arte italiana del secondo Dopoguerra. Attivo nell’ambito di alcune fondamentali esperienze d’avanguardia (tra le quali il M.A.C. e il Movimento Arte Nucleare), è stato tra i primi esponenti italiani della Mec Art, tendenza ideata da Pierre Restany.

Nell'immagine in grafica: Gianni Bertini, Stilmec,1967, anilina e riporto fotografico su tela emulsionata, cm 162x120. Photo Torquato Perissi. Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze

Gli incontri proseguono, poi, nel mese di giugno quando, giovedì 20 (ore 9, Sala Ghiberti), interverrà lo storico dell'arte Giacomo Biagi con una riflessione sulla pittura e la poetica dell'artista statunitense Brice Marden. A partire dall’analisi del trittico D’après la Marquise de la Solana (1969) e avvalendosi di testimonianze visive, documentarie ed epistolari, l'incontro mira a inquadrare la posizione dell’artista nello scenario degli anni Sessanta-Settanta.

Giacomo Biagi è uno storico dell’arte attivo a Firenze. Dopo la laurea in Storia dell’arte consegue il Dottorato di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, discutendo una tesi su documenta 5 del 1972. Dal 2020 al 2023 docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università per Stranieri di Siena, suoi argomenti di interesse sono l’arte concettuale, i curatorial studies e l’exhibition history.

Brice Marden (1938-2023) è stato uno dei principali pittori dello scenario statunitense della seconda metà del Novecento, affermandosi in particolare a partire dal 1967, quando partecipa a A Romantic Minimalism, mostra a cura di S. Prokopoff presso l’Institute of Contemporary Art di Philadelphia. Considerato esponente di rilievo della pittura minimalista, la pratica artistica di Marden attraversa più fasi, dalle superfici monocrome degli esordi alla pittura calligrafica successiva.

L'immagine utilizzata in grafica è un particolare di: Brice Marden, D’après la Marquise de la Solana, 1969, olio e cera su tela, 298 x 197 cm

 

 

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