Un anno cruciale per le sorti dell'Europa di inizio Ottocento, un anno che si riflette inevitabilmente anche sulla vita e sulla produzione artistica di Antonio Canova. Agli albori del XIX secolo lo scultore veneto è tra i cento uomini più ricchi di Roma, ricopre la carica di ispettore generale delle Belle Arti e, nonostante la recente nomina a consigliere municipale del Dipartimento di Roma, nel 1814 si trova a fronteggiare le conseguenze della caduta di Napoleone, mentre la sua fama cresce.
Questo e molto altro è raccontato nel volume Antonio Canova. Epistolario 1814, edito da Edizione nazionale delle opere di Antonio Canova, con il sostegno del Comune di Bassano del Grappa, e curato dal Presidente dell'Accademia di Belle Arti, Carlo Sisi e Silvio Balloni. Un libro che attraverso la corrispondenza di uno dei più conosciuti e stimati scultori neoclassici fa luce sulle dinamiche commerciali che regolano la vita dell'atelier canoviano, aiutandoci a mettere a fuoco le qualità umane e l'intima natura dell'operare artistico dello scultore.
Fra i carteggi assume particolare rilevanza per l'Accademia di Belle Arti di Firenze quello fra lo scultore e l'allora presidente dell'istituzione fiorentina Giovanni Degli Alessandri. Un rapporto di amicizia che trovava riscontro sia nella funzione scientifico amministrativa di Canova – era allora Ispettore generale delle Belle Arti – sia nella donazione di gessi che l'artista stesso fece all'Accademia, alcuni dei quali tuttora conservati.
Antonio Canova. Epistolario 1814 sarà presentato martedì 10 dicembre, ore 17.30, presso la Sala del Cenacolo dell'Accademia di Belle Arti da Gianni Venturi - Presidente del Comitato per l'Edizione nazionale delle opere di Antonio Canova - e Fulvio Conti - Università di Firenze - alla presenza degli autori Carlo Sisi e Silvio Balloni.